PREFAZIONE ALLA SILLOGE  "COME NUVOLE"

Come Nuvole, la nuova raccolta poetica di Daniela Taliana, edita da EgoEdizioni ci riporta ad una riflessione dalle origini antiche. Proprio dalla commedia "Le nuvole" di Aristofane, le divinità evocate da Socrate sono il simbolo delle nuove filosofie e rendono l'uomo capace di pensare, di parlare, di sorprendere. Passano nella mente sequenze di una logica poetica che affonda le sue radici nell'autenticità del pensiero.
Il libro si apre con la poesia che dà il titolo alla silloge e già dai primi versi ci si accorge dello stampo intimista del contenuto: "Come nuvole/nel cielo del mio mare/navigano le mie emozioni". Un'analisi sottile delle proprie emozioni viene accostata all'immagine delle nuvole, che rappresentano tutta la schiettezza e la trasparenza di un' anima che vive e accoglie con pienezza le realtà quotidiane. E' una scrittura ricca di simbolismi quella che la Taliana offre al lettore, si respirano gioie e paure, speranze e incertezze, in un tessuto di continui contrasti, che evidenziano l'oscillazione costante del proprio sentire. La figura dell'allodola richiama la correlazione tra il cielo e la terra, tra il giorno e la notte, l'allodola è sinonimo del giorno, non a caso William Shakespeare antepone l'allodola all'usignolo, sinonimo della notte: "Allodola sei/in questo buio mattino/che non si vuole svegliare". Qui, il buio è una rimozione di responsabilità e un risveglio adeguato predispone ad amori ed eventi rinnovati.
Il più piccolo e fragile essere rappresentato nella poesia della Taliana dal pettirosso ha bisogno di piccole attenzioni per dare un senso alla sua esistenza: "libero la mente/che come un pettirosso/passa da un ramo all'altro". Ogni lirica è dinamica nella sua proposizione di simbologie archetipiche. L'ispirazione della poetessa nasce dall'osservazione di ciò che la circonda e dall'analisi interiore dei propri sentimenti.
Gli stati d'animo vanno a distendersi sui versi, la poesia diventa quel mezzo necessario per poter sbirciare dentro e oltre le nuvole dell'esistenza.
L'autrice ha "fame di tempo", sente il bisogno di amare, imparare e tentare, è dal micro che si apprezza il grande volo nel macro.
Nel profumo di Zagara si avverte l'esigenza del candore, della freschezza, del rigenerare la mente verso nuove ed auliche dimensioni. Ad arricchire l'opera la presenza di alcuni disegni a matita e acquerelli dell'autrice ispirati ai propri versi.
La poesia di Daniela Taliana si nutre di essenzialità, di purezza, l'intento è quello di delineare un percorso intenso attraverso le proprie esperienze  e di riuscire ad affrontare le avversità del tempo. Con fiducia nel valore delle parole, la poetessa cerca di osservare il mondo e di trovare i segni  e le verità di quanto l'esistenza le riserva.

Michela Zanarella

 

 

PREFAZIONE ALLA SILLOGE "SPICCHI E SPECCHI"

a cura del Prof. F. Facciolo

"Saper Amare"

Appena ho cominciato la lettura di “Spicchi e Specchi” mi sono venuti in mente due libri, uno di Gioacchino Caprera (“Petali in luce”), l’altro di Nino Salvaneschi scrittore, saggista e poeta di grande umanità, ricco di ispirazione interiore che scrisse una serie di affascinanti volumetti di grande afflato comunicativo, “Saper amare”, “Saper soffrire”, “Saper credere”.
Chi scrive ricorda ancora con ammirazione e commozione la lettura di quand’era ragazzo.
Purtroppo oggi questi libri non si trovano facilmente ma c’è chi con autonoma esperienza di vita, d’ispirazione e di espressione letteraria ci sa offrire una chiave interpretativa del modo in cui guardare all’esistenza, concepire e vivere l’amore – quello con la A maiuscola – sapere essere pienamente uomini e donne, giovani e anziani, fidanzati, sposi, genitori o figli e ogni altra condizioni e situazione di vita.
E’ la poetessa Daniela Taliana che con questo suo libro “Spicchi e Specchi” ci propone il suo breviario dell’amore.
Quel che affascina di questo libro è la compattezza stilistica  e la coerenza espressiva oltre che umana ed estetica.
Mi turbo’ per il suo dettato franco, per il suo lirismo delicato, affidato alle minime circostanze d’un rapporto che nel suo svolgersi si nega e si confessa, si dichiara e si contraddice, si abbandona e si esalta, perfino si offre in una interezza meravigliosa.
Ogni verso di Daniela è una distillazione di senso e di suono, nulla è lasciato al caso e anche quando le accezioni liriche si fanno racconto (cfr. “Un Lungo Viaggio”), sempre è rispettata la tensione pittorico-musicale che rende senza dispersione le intenzioni poetiche.
Apparentemente Taliana scivola sulle cose con mano leggera, ne saggia la consistenza, la duttilità, la portata ma poi ci si rende conto che la sua è poesia che svela, che traccia strade sconosciute, che investe l’essere nella totalità e che lo tormenta.
Scrive Maria Luisa Spaziani (nella sua prefazione a “Lo stesso rischio” Crocetti Milano 2000) che il tormento è lo scotto che tocca pagare “perché sia possibile la poesia, perché dalle nostre buie profondità nascano quei miracoli della bellezza che non hanno scopo, non puntano alla continuità biologica e differenziano l’umanità dalle altre creature animali.  La prova sta nella relativa mancanza di luce che contraddistingue i pochi poeti e le non poche creature che per amore non hanno sofferto”.
In queste sue liriche di amore la nostra autrice non si rivolge specificamente ad una persona ma è un bilancio di una vita dedicata interamente alla ricerca di se stessa e del mondo e come tutti i bilanci si muove in una partita doppia in cui il dare e l’avere si elidono per sommarsi, si fronteggiano per meglio illuminarsi.
Se analizziamo i versi “Ai miei figli” appare chiaro che Taliana non vuole un testo senz’ombra.  Il testo ha bisogno della sua ombra e s’immerge nella parola per ottenere la poesia
.
Ai miei figli un giorno
consegnerò tre cofanetti.

Il primo ricoperto di stoffa damascata,
per contenere i ricordi,
ricordi di vita,
ricordi importanti.

Il secondo di legno pregiato,
per proteggere le emozioni
gli amori, i dolori e le
tormenti.

Il terzo di come lo vorranno immaginare,
per custodire la fantasia
.

Il vissuto della poetessa si evidenzia con aggressività in “Inesorabilmente” e però è chiaro che anche nelle altre pagine è lievito visibile e palpitante.

Gli argomenti appartengono al repertorio tradizionale della liriche Italiana e non (l’attesa, l’addio, l’amore, il messaggio, la solitudine, il disincanto, la famiglia) e trova la sua pienezza espressiva e ribalta modulazioni e ritmi, sensi e percorsi, alla ricerca di sensi nuovi, di sorprese, di rivelazioni.

Io sono certo che questi  “Spicchi e Specchi” della neofita poetessa che entra prepotentemente nel mondo della poesia, avranno in futuro molte metamorfosi e diventeranno serre rigogliose.  Per ora Daniela può andare fiera del suo libro, che avrà fortuna sicuramente, perché è nato come una necessità biologica, voce che ha preteso di dire la sua per non restare a marcire nel buio e nel silenzio.
Un libro questo da leggere insieme lui e lei, con i figli quando ci sono, da soli, da leggere tutto di un fiato prima e di assaporare una pagina al giorno poi.
Un libro da avere e da regalare nelle occasioni più significative, per sentire, capire, trasmettere il significato della vita vissuta in un’ottica tanto profondamente umana, quanto spiritualmente intesa.